Trovata la casa del conte Ugolino citato da Dante nell’Inferno

Recenti scavi fatti a Pisa hanno portato alla luce i resti di una dimora che, secondo gli esperti, sarebbe quella appartenuta al conte Ugolino della Gherardesca

casa-ugolino-402Recenti scavi fatti a Pisa hanno portato alla luce i resti di una dimora che, secondo gli esperti, sarebbe quella appartenuta al conte Ugolino della Gherardesca.

Durante il rifacimenti del giardino di Palazzo Franchetti, infatti, si sono accorti che là sotto c’era qualcosa. E quel qualcosa, secondo quanto raccontato dagli archeologi che ci hanno lavorato, erano i muri, i pavimenti e numerosi reperti rimasti nascosti per anni.

Quella zona della città era rimasta inutilizzata per decenni. Inoltre, si era convinti che la casa del conte Ugolino fosse stata distrutta. Quell’area, infatti, libera da edifici dalla fine del XVI secolo, serviva per la conservazione del grano e veniva chiamata “piaggione”.

I reperti ritrovati relativi alla vita quotidiana come ceramiche, piccoli manufatti e monete, databili tra il XII e gli inizi del XIX secolo, saranno restaurati e mostrati al pubblico il prossimo anno.

La famiglia della Gherardesca era una la famiglia aristocratica che ebbe molta rilevanza non soltanto a Pisa ma in Toscana e in tutta l’area tirrenica e dette i natali al conte Ugolino, di dantesca memoria.

Ugolino ricopriva una serie di importanti cariche nobiliari. Oltre a essere conte di Pisa era anche vicario di Sardegna. Gli attriti con l’arcivescovo di Pisa lo fecero finire rinchiuso in una torre con alcuni figli e nipoti, dove morì per inedia. La sua figura fu rappresentata, vent’anni dopo, nel canto XXXIII dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.