Palazzi anti-smog: mangiano l’inquinamento e puliscono l’aria

Le soluzioni di ingegneri e architetti per ridurre l'inquinamento e pulire l'aria delle grandi città

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Redazione

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I palazzi antismog non sono più soltanto un progetto avveniristico. Gli ingegneri hanno lavorato per anni alla sperimentazione di tipologie di cemento in grado di assorbire le sostanze inquinanti presenti nell’aria, per rendere vivibili le grandi città. Il risultato? Edifici che coniugano lo stile architettonico a una facciata biodinamica.

Pur non essendo il primo, uno dei palazzi antismog più all’avanguardia è il Palazzo Italia, progettato dallo studio Nemesi. Questo miracolo di ingegneria è stato presentato all’Expo 2015 di Milano. L’idea alla base del progetto architettonico è la rappresentazione di una foresta urbana in cui l’edificio, attraverso la sua struttura, assume la funzione di architettura-paesaggio.

La parte esterna del palazzo, costituita da pannelli in calcestruzzo biodinamici (che sembrano di marmo alla vista e al tatto), è stata realizzata per l’80% con materiali riutilizzabili. A contatto con la luce del sole, principio attivo del materiale Tx Active, brevettato da Italcementi, l’edificio assorbe alcune sostanze inquinanti presenti nell’aria, contribuendo così a liberare l’atmosfera dallo smog.

Simili prodigi della tecnologia sono stati accolti a braccia aperte in altre metropoli, come Città del Messico. Un esempio è l’ospedale Manuel Gea González, la cui facciata è rivestita di biossido di titanio.

L’aggiunta di pannelli di questo tipo sta diventando quindi una prassi comune, al punto da spingere alcune aziende di materiali (come Alcoa) a introdurre una gamma di prodotti architettonici, a base di alluminio rivestito di carbone, che puliscono l’aria.

I palazzi antismog stanno aprendo la strada a un nuovo modo di progettare le facciate degli edifici, utilizzando un approccio eco-sostenibile. Tuttavia, perché fermarsi ai palazzi? L’idea di purificare l’aria, impiegando materiali mangia-smog, si può applicare benissimo anche ad altro. Grazie alla loro ubiquità nel paesaggio urbano, le strade sono, per esempio, un ambito di applicazione ideale.

In questa direzione si sono mossi i Paesi Bassi, riducendo le emissioni di monossido d’azoto fino al 45%. La speranza è che, in un prossimo futuro, tutte le città più trafficate e sovrappopolate possano adottare strade e palazzi antismog per migliorare la qualità dell’aria.