Kevin Briggs, l’angelo del Golden Gate che salva i suicidi

Il Golden Gate è lo scenario dove per anni si sono verificati numerosi suicidi ma, per 23 anni, ha avuto un angelo custode: l'ex poliziotto Kevin Briggs racconta la sua esperienza

Per 23 anni è stato l’angelo custode del ponte dei suicidi, il Golden Gate Bridge, che collega non solo San Francisco alla Contea di Marin, ma anche la vita alla morte. Si chiama Kevin Briggs e si è trovato, infatti, nelle vesti di poliziotto, a fronteggiare situazioni che non concernevano solamente la sicurezza ma anche i suicidi, riuscendo il più delle volte a persuadere le persone a commettere il gesto estremo. La volontà di porre fine a questa calamita per suicidi l’ha portato a condividere la sua esperienza alla TED Conference.

Il Golden Gate è uno dei ponti più famosi al mondo, ma purtroppo deve la sua nomea anche ai numerosissimi atti suicidi che si sono verificati. Nel lasso di tempo compreso fre il 1995 e il 2008, la media era arrivata a circa un suicidio ogni due settimane, la quale portò il numero totale a superare la quota di 1300. Di questi solo 26 sono riusciti a salvarsi dall’impatto con l’acqua, che avviene ad una velocità di 120 km/h. Kevin Briggs ha avuto più volte il duro compito di dissuadere gli aspiranti suicidi a lanciarsi da quel ponte, riuscendo a salvare molte vite.

Tra queste c’è quella di Kevin Berthia, il quale l’11 settembre 2005 tentò di farla finita. L’intervento del poliziotto fu tempestivo e questo permise a Kevin di continuare a vivere. Adesso è un padre di famiglia e un membro attivo della società: aveva solo bisogno di aiuto. La maggior parte di questi atti estremi, infatti, è solo un modo per gridare al mondo di essere alla ricerca di ascolto e di qualcuno che comprenda i problemi che tormentano gli aspiranti suicidi. In 23 anni di carriera, l’angelo custode del Golden Gate ha fallito solo due volte e, nonostante sia un numero limitato, per lui è un peso che provoca un enorme senso di frustrazione.

Vedere la vita che si spegne nel giro di pochi secondi è qualcosa di orribile, ha dichiarato Kevin Briggs all’annuale Ted Conference di Vancouver, anche se la maggior parte degli aspiranti suicidi alla fine, per fortuna, non si lancia. I pochissimi sopravvissuti hanno potuto raccontare come, nell’esatto momento in cui i loro piedi si siano staccati dal Golden Gate, abbiano subito capito di aver commesso un enorme errore e, il fatto di essere riusciti a tornare a casa vivi, li riempie di speranza per una vita nuova. “Il suicidio si può prevenire. C’è aiuto. C’è speranza”: Kevin Briggs ha così concluso il suo discorso e la sua lunga carriera da angelo custode del ponte dei suicidi.