L’Isola delle Femmine è in vendita, ma il sindaco smentisce

Quattro fratelli di nobili discendenze sostengono di possedere le carte per vendere l’Isola delle Femmine

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Redazione

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Secondo un’agenzia immobiliare di Arezzo, l’Isola delle Femmine sarebbe stata messa in vendita per la cifra di 3 milioni e mezzo di euro. L’annuncio è stato pubblicato sul sito dell’agenzia e sulla pagina Facebook con tanto di foto e descrizione accurata dell’’oggetto’.

Quando le proteste sui social si sono fatte insistenti, l’agenzia si è vista costretta a rimuovere l’annuncio e a ritirare l’offerta.

Ma come è potuto succedere che un’isola venisse messa in vendita? A quanto pare, quattro fratelli discendenti dall’antica famiglia nobiliare di Rosolino Pilo si troverebbero in possesso dei documenti di proprietà dell’Isola delle Femmine e avrebbero deciso, senza informare nessuno, di avviare le procedure di vendita. Non appena la notizia è trapelata, gli abitanti sono insorti all’idea che un patrimonio naturale inestimabile come quello dell’isolotto potesse essere privatizzato e messo in pericolo da un proprietario senza scrupoli.

La replica del Sindaco del Comune a cui l’isolotto è annesso non si è fatta attendere: «Di tanto in tanto ci sono dei nobili che reclamano la proprietà dell’Isola delle Femmine e tentano di metterla in vendita, ma penso che si tratti solo di provocazioni». Stefano Bologna ha infatti raccontato ai microfoni di MeridioNews: «L’isola è riserva naturale integrale con decreto della Regione Sicilia, ed è un’area marina protetta. La Lega italiana protezione uccelli ce l’ha in gestione dal 1998. Se anche passasse di proprietà, non se ne potrebbe fare nessun altro utilizzo all’infuori di quello di una riserva integrale».

L’Isola delle Femmine fa parte di un Comune italiano composto da 7mila abitanti della città metropolitana di Palermo, collocato alle pendici di Pizzo Mollica e della montagna Raffo Rosso, a cui è annesso anche l’isolotto fonte del dissapore. Si chiama “Isola delle Femmine” perché si dice che, un tempo, ospitasse una prigione occupata soltanto da donne, leggenda ispirata dalla grossa torre diroccata che troneggia sulla superficie pianeggiante di quel luogo un po’ magico. In realtà, non esistono prove che avvallino questa teoria, e si pensa che il nome derivi più propriamente da un lungo processo di italianizzazione del nome “Insula Fimi”.