Il più grande museo del punk è a Venezia. Ma pochi lo sanno

A Venezia esiste il più grande museo punk del mondo: una collezione privata, ma accessibile al pubblico, che raccoglie cimeli di ogni tipo

A Venezia si trova un museo punk, ma pochi sanno che è il museo più grande del mondo, con una collezione vasta ed assortita di tutti gli artisti che hanno fatto la storia della musica. Più di 7500 dischi, oltre 9000 poster e flyer, 10.000 riviste: 40 anni di storia della musica punk raccolte e catalogate con cura in questo appartamento di Venezia, un’eccellenza tutta italiana. Si tratta di un museo davvero atipico, dove la vasca da bagno in toilette accoglie un cartonato dei Sex Pistols, mentre al centro di una stanza si rischia di inciampare sulla locandina fatta a mano per il primo concerto dei Joy Division.

Questa infatti è una collezione privata, ma chiunque può visitarla: basta contattare direttamente i gestori del museo e avere accesso al materiale raccolto con dedizione nel corso degli anni. Il direttore spiega che molti degli archivi sono stati acquistati in blocco da appassionati del genere punk o da musicisti. In questo museo punk è possibile trovare cimeli di ogni tipo, come l’artwork originale della copertina dell’album dei Ramones “Rocket to Russia” oppure tutte le magliette di Vivienne Westwood. Altro materiale è stato reperito nei club londinesi, qualcosa è stato acquistato attraverso le aste come Sotheby’s e Christie’s.

Si chiama Venice Punk Museum e ospita una collezione straordinaria. Chi ha necessità di reperire materiale musicale, grafico o fotografico per una tesi o per un documentario, qui potrà trovare tutto l’occorrente. Ci sono anche matrici di dischi che non sono mai stati messi sul mercato e che possono essere ascoltati oggi solo attraverso determinati dispositivi. E’ possibile sfogliare riviste e articoli che in questi anni hanno accompagnato la musica punk, dal primo all’ultimo. Il direttore racconta che l’altro giorno ha ricevuto un articolo di Eva Express sugli Incesti, un gruppo punk italiano a cui pare sia stata dedicata solo questa unica recensione.

Tra i poster spiccano quelli con le scritte color fluo, una vera e propria novità per l’epoca: per la prima volta i nomi delle band venivano dipinti con il rosa, anticipando una vera e propria rivoluzione che poi coinvolgerà la moda, lo stile e ovviamente il modo di fare e interpretare la musica. Questo museo punk raccoglie pezzi unici e non ha nulla da invidiare a capitali storiche come Londra o Berlino: qui a Venezia c’è molto di più di quanto possiate immaginare.