Il 93% della Grande Barriera Corallina rischia di scomparire

Lo scrive il National Geographic che lancia un allarme mondiale

La società australiana National Coral Bleaching Taskforce ha pubblicato una nuova mappa estremamente preoccupante della Grande Barriera Corallina, che mostra che una parte molto consistente del reef è stato seriamente danneggiato. Lo scrive il National Geographic che lancia un allarme mondiale.

La mappa è stata ridisegnata in seguito ad alcune spedizioni sottomarine e riprese effettuate dall’alto che hanno mostrato i danni riscontrati negli ultimi mesi lungo i 2.300 chilometri della barriera corallina.

La barriera, infatti, sta perdendo colore e il problema più grave è proprio lo sbiancamento dei coralli, che colpisce non solo la barriera corallina ma anche il suo ecosistema, in particolare la simbiosi tra i polipi del corallo e alcune alghe unicellulari fotosintetizzanti della famiglia delle Zooxanthellae. Il colore caratteristico di ogni specie di corallo è dato dall’alga e diventa vivido in proporzione alla concentrazione di questo microorganismo; quando sussiste un’alterazione dell’ecosistema, i polipi del corallo espellono l’alga simbiotica, facendo assumere alla struttura calcarea una colorazione più pallida o lasciandola addirittura completamente bianca, da cui il nome del fenomeno.

Lo sbiancamento è dovuto al surriscaldamento dell’acqua causato dal Niño e dai mutamenti climatici. Le alte temperature causano alle alghe simbiotiche dei coralli – ovvero alla loro fonte di sostentamento primaria – di diventare tossiche obbligando così i coralli a espellerle. Buttando fuori l’alga, il corallo diventa bianco e, in pratica, è come se morisse di fame.

La Grande Barriera Corallina è formata da 2.900 barriere più piccole. Delle 911 barriere individuali che i ricercatori hanno monitorato, il 93% – ovvero 843 barriere – hanno subìto anche solo in parte lo sbiancamento. Inoltre, tra il 60 e il 100% dei coralli sono sbiaditi su 316 reef, molti dei quali nella parte settentrionale, mentre la zona meridionale non ha presentato grossi cambiamenti.

Il problema si sta facendo sempre più serio. La Grande Barriera Corallina è l’habitat di oltre 1.500 specie di pesci, di sei delle sette specie di tartarughe marine esistenti al mondo e di 30 specie di delfini e di balene. Inoltre, il sito è un Patrimonio Unesco ed è una grande attrazione turistica, che dà lavoro a 70mila persone e che porta più di 5 miliardi di dollari all’economia australiana.