Henry Favre, una follia a tre ruote iniziata con una scommessa

Fervono i preparativi per il viaggio

Chi è Henry Favre?

Da vent’anni porta lo stesso nome (23 per le belle ragazze), nonché quello di Henry.
“Alto, bello, ed affascinante” cosi viene definito dalla mamma e dalle zie. In realtà è un semplice ragazzo, forse con quel pizzico di follia in più rispetto ai suoi coetanei.
“Ridi, sogna, realizza” Con queste parole dà origine al suo pensiero di vita che lo accompagna da qualche anno. Se pensa ad una cosa, la fa.

Da Aosta a Capo Nord in Ape: come nasce il progetto?

Non ricordo il minuto esatto di tale scelta, ma ricordo di aver visto un grande sogno da inseguire durante un lungo viaggio a bordo del mio mitico Ciao (motorino d’epoca con avviamento a pedali). Subito pensavo di portare quel pezzo di ferro, dotato di un misero motore e due ruote, da qualche parte, lontano. Ad esempio a Capo Nord, in cima alla Norvegia, immerso nel nulla, in mezzo ai boschi e ai capelli biondi delle belle ragazze. Cinque minuti dopo avevo già abbandonato l’idea del Ciao, spingendomi ad un nuovo mezzo, a qualcosa di insolito. Puntai all’Ape.

Non sei nuovo a questo tipo di avventure: raccontaci della tua prima follia a due ruote

Tutto partì circa due anni fa, quando nel bel mezzo di una cena tra amici, una vocina mi spinse a proporre una scommessa. Una cena in palio se fossi arrivato a casa entro otto giorni, passando per Roma, in motorino, portando nel sottosella una foto che documentava l’arrivo nella Capitale. Insomma, oltre 2000 km, in poco più di una settimana per una cena. Sfida accettata! Partii con un mio amico pazzo, Davide Rosato, classe 95, che decise fin da subito di aggiungere il suo volto ai tanti chilometri.

Poi arrivò Barcellona, a bordo di un “Ciao”…

Che dire, un viaggio tira l’altro. Scelsi Barcellona come mia seconda tappa per i monumenti lungo il tragitto, o per la birra e le belle ragazze, sta a voi trarne una conclusione. Mi trovai a percorrere 23 giorni e 2853 km attraversando Francia e Spagna, questa volta non in scooter ma con un mezzo più insolito: il Ciao. Durante questa lunga avventura ce ne capitarono di tutti i colori… Accorgendomi che non è la meta, ma il viaggio che conta, tutto cambiò.
In me, tuttora, vive una seconda vocina che ininterrottamente, mi grida di viaggiare mettendomi on the road. Diciamocelo, il mondo è stato fatto per essere visto con gli occhi, non da una mappa online. Gli schermi ti fanno vedere, viaggiare ti fa vivere.

Quando è prevista la partenza?

Sto portando avanti da 5 anni una lunga lotta contro quel pezzo di carta che giudica le persone tramite un numero, comunemente chiamato diploma. Ebbene si, mi trovo ancora tra i banchi di scuola! Giusto il tempo di aver svolto gli esami, salutato le bidelle e forse, riavuto tutti gli oggetti sequestrati nel corso degli anni, potrò partire… Stimo di partire intorno a metà luglio.

Come stai programmando il viaggio?

Mi piace improvvisare, amo l’avventura. Non ci sono campeggi, ostelli e hotel prenotati. Solo un tragitto indicativo a cui dovremo adattarci e un’idea da inseguire.

Viaggerai da solo?

La radio mi tiene compagnia, la strada mi fa sorridere, ma nulla ti fa sentire a tuo agio come un compagno di viaggio… Affronterò la strada con Ludovico, il ragazzo di cui vi parlavo prima che mi ha accompagnato fino a casa, passando per Barcellona.
Temo che al ritorno gli spetti una medaglia per avermi sopportato.

Per quanto riguarda l’aspetto economico hai già pensato a come sostenere le spese di viaggio?

Studio, non lavoro, ho solo una buona faccia da schiaffi che mi ha portato ad ottenere l’appoggio di grandi aziende e quindi, diciamo ad avere qualche piccolo aiuto in cambio di due adesivi sull’Ape. Chiaramente qualcosa tiro fuori di tasca mia. Mi piace gridare al mondo che i miei viaggi me li finanzio da solo, senza contare sulle tasche di papà, a costo di passare pomeriggi sotto il sole a tagliare l’erba in giro per il paese o a spazzare cortili dalla gelida neve che in inverno ricopre la mia valle. Punto anche a delle eventuali donazioni che potranno arrivarmi da parte di fan, parenti e amici.

Cosa ti aspetti da questo lungo viaggio?

Un Henry felice ad aver nuovamente inseguito un sogno. Il resto ve lo racconterò dopo essere stato in cima all’Europa.