Fotografare, è tutta questione di filtri

In fotografia come si usa il filtro polarizzatore e il filtro ND variabile

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Fotografia notturna a Milano con un tempo di esposizione di 45 secondi, F11ed un ND200 montato sulla lente

Buongiorno Saul,
siamo dei fotografi amatoriali, potrebbe darci qualche indicazione di massima sui filtri polarizzatori e sul filtro ND di cui sentiamo spesso parlare? Quali sono le differenze e il loro utilizzo. Fotoamatori

Cari Fotoamatori,
brevemente cercherò di spiegare alcune differenze e caratteristiche dei due filtri elencati. Esempi e altre foto sono disponibili sul sito http://www.pixcube.it, realizzate durante gli educationals.
Partiamo dal filtro polarizzatore. La luce sia che provenga dal sole come da fonti artificiali (es. flash o lampade) non è polarizzata, ossia la sua oscillazione / direzione della radiazione non è controllata, ha tuttavia una direzione definita. Alcuni materiali tra cui ad esempio i filtri polarizzatori sono in grado di trasformarne le caratteristiche e “controllarne” la sua distribuzione. Questo rende possibile la generazione di immagini che presenteranno alcune proprietà fisiche ben definite. La caratteristica prima del filtro polarizzatore è quella di eliminare una grossa parte dei riflessi sull’acqua. Le immagini risultano con colori più intensi e saturi e l’acqua sembra apparire più trasparente. Lo stesso effetto si registra sul verde delle foglie e fiori, sul vetro, nei cieli e sopratutto nella scala dei grigi delle nuvole, tranne nei metalli. Un filtro del genere quindi viene utilizzato per aumentare la profondità e spesso il pathos di un immagine in particolari condizioni di luminosità.

Il filtro ND variabile invece, chiamato così da Neutral Density, è realizzato attraverso l’accoppiamento di 2 filtri polarizzatori, la cui efficacia è quella di regolare / controllare la quantità di luce che entra / passa il filtro stesso con ovvie ed importanti implicazioni nelle attività fotografiche.

La densità del filtro ND può variare. Ossia sul mercato e nei negozi di fotografia si possono acquistare diversi filtri ND con dei valori che variano da ND=2 a ND=400 . Il filtro equivale quindi a ridurre da 1 stop a 9 stop la quantità di luce che attraverserà l’obiettivo.

Ecco un immediato calcolo di come interpretare il valore ND rispetto agli stop. Senza filtro passa il 100% di luce e la densità del filtro è uguale a zero (0), ND0
(-) 1 Stop equivale al 50% di luce che passa ed equivale a ND2
(-) 2 Stop equivale al 25% di luce che passa ed equivale a ND4
e così via salendo a ND42, 64, 128… con percentuali di luce che passa nell’obiettivo minime. Ad esempio 0,20% per l ‘ ND512 e 0,10 per l’ ND1024.

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Fotografia fatta con un filtro ND64 di giorno con un tempo di esposizione di 25 secondi

In termini pratici , poter utilizzare e montare filtri ND, significa di fatto poter usare tempi di posa molto più lunghi anche in condizione di luminosità elevata. Un altra funzione importante è quella di poter utilizzare diaframmi più aperti e modificare quindi le sfocature degli sfondi, senza sovraesporre le immagini catturate. Indubbiamente l’utilizzo più comune dei filtri ND è quello spessa chiamato MOSSO CREATIVO. Il classico impiego sono le cascate, i ruscelli o le onde del mare con i curiosissimi effetti setosi che possono essere realizzati con una lunga esposizione diurna o con una lunghissima esposizione nei momenti del twilight o di notte.

A tal fine alleghiamo due immagini distinte, realizzate con l’utilizzo di un filtro ND64 di giorno su un ruscello con un tempo di esposizione di 25 secondi ed un immagine in notturna a Milano con un tempo di esposizione di 45 secondi, F11 (quindi non troppo chiuso) ed un ND200 montato sulla lente.