A Essaouira per la Woodstock marocchina

In trance con il Festival della Gnaoua Music a solo due ore da Marrakech. Quattro giorni intensi di world music e di musica gnaoua

A due ore da Marrakech, adagiata su una lunga lingua di sabbia finissima, la perla dell’Atlantico: Essaouira.
Negli anni della contestazione era meta di hippies e artisti internazionali, come Jimi Hendrix, Orson Welles, Mick Jagger, Pasolini, Cat Stevens mentre oggi rimane una deliziosa località di mare immersa nella tranquillità.
Tranquillità interrotta ogni anno, ormai da undici edizioni, dai suoni pop-ipnotici del Festival di musica gnaoua, che quest’anno travolge la città dal 24 al 27 luglio.

Gli Gnaoua (o gnawa) sono i discendenti degli schiavi dell’Africa nera, che fondarono la loro confraternita mettendo radici nel territorio marocchino. I rituali si basano sul culto della possessione usando la musica come mezzo, simili per liturgia al voodoo haitiano e alla macumba brasiliana.
Il maaalem (il maestro musicante) insieme al suo gruppo di accoliti (suonatori di liuti, nacchere e tamburi d’ogni sorta) richiamano spiriti ed entità sovrannaturali per esser da loro posseduti e scivolare da un piano terreno a un piano sovraumano, in uno stato di trance che lenisce il dolore.

Questo per quanto riguarda la sfera sacra della gnawa, mentre durante la woodstok nord africana si assiste alla sua manifestazione mondana, che vede la musica gnaoua, fatta di ripetizioni ipnotiche e suoni mistici, mescolarsi a influssi reggae, rock, jazz e pop. Insomma, quattro giorni intensi tra la cultura gnaoua e la world music, a sole quattro ore dall’Italia.