Ecco perché ci si ammala quando si va in vacanza

Ogni anno circa il 20-30% degli italiani è messo sotto scacco dalle più tipiche patologie del viaggiatore: scopriamo le cause

Quando si parte per le vacanze ci si dovrebbe divertire e rilassare. Invece, molto spesso ci si ammala. I disturbi più diffusi sono mal di testa, male alle articolazioni, herpes labiale, nausea e perfino raffreddore e febbre, che arrivano a colpire fino al 20-30% degli italiani in viaggio.

Il motivo è molto semplice e l’ha analizzato lo psicologo olandese Ad Vingerhoeds: il nostro fisico, abituato a produrre un sovraccarico di energie per il troppo lavoro, continua a produrle anche quando si smette di lavorare, nel weekend o, appunto, in vacanza. Questo produce un disequilibrio nel fisico che porta a questi sintomi frequenti.

Inoltre, l’organismo parte debilitato dallo stress lavorativo e dovuto alla preparazione della vacanza, allenta le difese, lasciando campo libero a virus e batteri, ed ecco che si ammala. Il viaggio, benché atteso e piacevole, è un’ulteriore fonte di stress per fuso orario, tragitti lunghi in auto, in nave o aereo con aria condizionata e sbalzi di temperatura e abitudini differenti.

Anche i weekend ‘mordi-e-fuggi’ mettono sotto tensione l’organismo. È una specie di effetto boomerang, ma si può prevenire. È utile instaurare una cura ricostituente naturale a base di probiotici (meglio se simbiotici, acquistabili in farmacia) un mese e mezzo prima della partenza.

Inoltre, non si devono trascurare le buone abitudini che tengono alta l’efficienza delle difese immunitarie come dormire bene, fare sport e mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata. Infine, è buona norma organizzare le ferie per tempo, non partire all’ultimo secondo, stilare una lista delle cose da portare, in modo da arrivare preparati e “riposati” alla partenza.

Quando poi si è in vacanza, non bisogna esagerare nel bere, fare tardi la sera o avere una vita sregolata. Meglio, poi, prendersi qualche giorno prima della partenza e tornare qualche giorno prima del rientro al lavoro, in modo che il fisico si abitui al “defaticamento”.