Le conseguenze del disastro di Chernobyl nell’anniversario dei trent’anni

L'incidente nucleare di Chernobyl ha avuto conseguenze drammatiche in tutta Europa

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Redazione

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Il disastro nucleare di Chernobyl ha avuto enormi ripercussioni su tutto il territorio europeo: non solo l’Ucraina e gli stati confinanti sono stati colpiti da questa tragedia devastante, ma le conseguenze dell’incidente si sono diffuse in tutta Europa. Ma quali sono state quindi le conseguenze sui paesi vicini all’Ucraina?

Chernobyl è stato un disastro nucleare di livello 7, il massimo possibile nella scala INES dell’IAEA (eguagliato solamente con Fukushima in Giappone) e che quindi, visto l’enorme portata dell’incidente, ha influenzato numerosi paesi europei e dell’area russa. L’Italia è stata fortunata, in parte protetta dalle Alpi, che hanno limitato le contaminazioni di iodio, cesio, tellurio e altre scorie radioattive. Grazie alla presenza della catena montuosa, le piogge inquinate si sono sostanzialmente fermate prima di raggiungere il suolo italiano. In ogni caso, parte delle sostanze inquinanti sono giunte anche nella penisola, provocando l’aumento dei casi di tumore alla tiroide.

Oltre agli abitanti e agli animali presenti sul territorio nei pressi della centrale, anche le piante sono state largamente colpite dalle radiazioni. In questo modo, la catena alimentare è stata minata fin dal suo principio, diffondendo quindi ulteriormente gli effetti dell’incidente. Inoltre, visto l’elevato tasso radioattivo, i funghi e microbi che dovrebbero aiutare la decomposizione delle piante, non riescono a lavorare adeguatamente in questo ambiente, e pertanto la vegetazione continua a diffondere scorie nucleari.

I paesi nei pressi della centrale di Chernobyl sono stati ripopolati troppo presto. Più di 5 milioni di persone vivono in aree ad alto rischio. Le famiglie che abitano nelle vicinanze, continuano a nutrirsi di alimenti contaminati ed acqua inquinata, e pertanto hanno un’aspettativa di vita decisamente bassa. Molte sono le organizzazioni che cercano, infatti, di evacuare la popolazione che si è insediata in quei luoghi.

Infine, l’esplosione che si verificò nel 1986, fu talmente forte da distruggere le lastre di cemento che coprivano il materiale radioattivo. Immediatamente sono state costruite coperture per le vasche, ma ultimamente queste hanno presentato segni di cedimento, con crepe e fratture tali da non rispondere più agli standard di sicurezza. E’ per questo motivo che è stato dato il via a nuovi lavori per ripristinare la struttura protettiva e evitare ulteriori contaminazioni.

E’ possibile visitare la centrale nucleare di Chernobyl, fino a 100 metri dal reattore dell’incidente, e permanere per qualche ora fra le rovine di questa landa desolata. Poche ore corrispondono in termini di assorbimento delle radiazioni a quelle che un essere umano può tollerare senza conseguenze, ma resterà a tutti i visitatori un gran mal di testa a fine giornata.