Puglia, un itinerario inaspettato nell’alto Salento

A un’ora dalle spiagge del Salento, c’è una Puglia meno conosciuta, fuori dai classici itinerari turistici

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

A un’ora dalle spiagge del Salento, c’è una Puglia meno conosciuta, fuori dai classici itinerari turistici.

Il fotografo Leonello Bertolucci, grande conoscitore della regione, ha raccontato a SiViaggia del suo ultimo viaggio nella Terra del Primitivo, alla ricerca di ispirazioni da immortalare con la macchina fotografica.

“Sono contento di essere andato in questa zona della Puglia grazie a un itinerario organizzato dal Comune di Erchie, perché è una parte della regione che conosco meno e forse anche gli altri. È a cavallo tra le provincie di Brindisi e Taranto e si gioca molto più all’interno, una zona che va sotto la denominazione di Terre del Primitivo, un consorzio che raggruppa alcuni comuni, tutti abbastanza vicini. In comune hanno il fatto di essere una terra di produzione del Primitivo di Manduria, ma girando dall’uno all’atro paese ci sono molte cose da vedere e anche molto interessanti”.

Oria-uno-scorcio-del-centro-storico

Cosa c’è da vedere nelle Terre del Primitivo?

“Questi luoghi sono giocati tra sacro e profano, tra discorso religioso, perché ci sono santuari e chiese, e anche enogastronomico, perché ci sono cantine, frantoi e masserie a ogni angolo. C’è anche uno sbocco sul mare, a Torre Colimena ma la vocazione di questa terra non è quella”.

C’è un itinerario indicato o lo consigli tu?

“Non è ancora un vero e proprio itinerario, anche se si trovano brochure dei luoghi da visitare, ma posso consigliare le tappe migliori. Imperdibili sono per esempio il museo dell’olio di Sava che è molto interessante, mentre a Oria la cripta delle mummie e il quartiere ebraico”.

Quali sono le tappe consigliate?

“Le tappe sono Torre Colimena, Avetrana, Manduria, Sava, San Marzano di San Giuseppe, Torre Santa Susanna ed Erchie ed è un continuo passare dalla visita di una chiesa alla degustazione di un prodotto tipico locale, tra sacro e profano appunto. Le cose che mi hanno incuriosito di più, tra le molte che ho visto, sono state, sul versante religioso, Erchie, dove c’è il Santuario di Santa Lucia protettrice della vista e dove si va a chiedere la grazia per riacquistare la vista. Qui c’è un altare dove al posto degli ex voto la gente lascia gli occhiali ed è pieno di occhiali.

A Manduria è abbastanza singolare un calvario realizzato da un artista locale, Giuseppe Renato Greco, in piazza Vittorio Emanuele II, un museo al cielo aperto della maiolica. Per oltre quarant’anni, il Greco, una sorta di Gaudí nostrano, non fece altro che ornare il Calvario con cocci di ceramica provenienti da diverse zone d’Italia. Tutti i turisti vanno a vederlo perché è unico.

Manduria-il-Calvario

A San Marzano, invece, c’è un santuario sotterraneo scavato nel tufo, come a Matera: è il Santuario rupestre Madonna delle Grazie, sembra una grotta ma è una chiesa con tanto di colonne. A Oria, uno dei borghi più belli e famosi di questa zona, sotto la basilica dedicata a Maria Santissima Assunta in Cielo, c’è una cripta dove sono esposti gli scheletri dei frati vestiti, ognuno nella propria nicchia. Fa un po’ senso ma è sicuramente un unicum.

Sempre a Oria c’è un nuovo Museo archeologico e dei Messapi, con reperti autentici di una popolazione, i primi abitanti del Salento, di cui poco si sa, ma che rappresenta il filo rosso che lega i mitici Messapi di un tempo agli odierni abitanti salentini. Non è il solito museo. Infine, molto particolare è a Torre Santa Susanna la Chiesa di San Pietro a Crepacore che sembra un bunker militare, costruito con grosse pietre quadrate, anche se risale all’VIII – XI secolo. Alcuni di questi paesi, come Oria, hanno avuto un passato con un grande legame con la religione ebraica, al punto che ancora oggi si può visitare il ghetto”.

Sava-Una-pajara-nelle-campagne

Parlando invece di tappe eno-gastronomiche, quali sono le migliori?

“Qui si possono fare grandi degustazioni. A Manduria si possono assaggiare diversi tipi di Primitivo, come alla Masseria Cuturi 1881, che appartiene a una famiglia veneta che produce vino nel Veneto e anche qui. Tutt’intorno è circondato da un’infinità di vigneti. A Erchie c’è il Molino di Braccio dove viene macinata la farina come si faceva una volta. Il proprietario, che ormai è alla terza generazione, macina farina di farro, di grano duro e produce friselle e altre specialità pugliesi. Infine, a Sava c’è un meraviglioso museo dell’olio ipogeo. Sava è anche un bellissimo paese da visitare con diversi edifici storici”.

Chi è in vacanza in una località di mare della Puglia può raggiungere facilmente queste zone?

“Se si è in vacanza a Otranto o a Gallipoli, in 40 minuti d’auto ci si trova immersi nelle terre del Primitivo. È un deviazione perfetta anche solo per la gita di un giorno. Si può partire da Torre Colimena che è sul mare, una delle torri difensive che si trovano in Salento e che erano a difesa dagli attacchi dei Saraceni. È l’unica di proprietà privata. Spesso chi va nel Salento neppure sa che questi posti esistono. Questo è alto Salento, un altro Salento”.

 

Mappa alla mano, il nostro consiglio, se volete visitare tutti i luoghi consigliati da Bertolucci, è di partire da Torre Colimena, sulla costa ionica, o da Erchie, nell’entroterra, e seguire un percorso ad anello. Sono all’incirca 60 km di strada statale, pertanto si può fare in un giorno o anche due, dormendo in qualche masseria della zona, senza perdervi l’esperienza eno-gastonomica che, pare, valga il viaggio.