Vallo di Diano: in viaggio lungo la strada Romana

Una conca pianeggiante puntellata da una quindicina di borghi tutti da scoprire

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Era tagliato in due, il Vallo di Diano, dalla strada Romana Popilia-Annia, che cent’anni prima di Cristo serviva a collegare Roma con l’estrema punta della penisola italica.

Siamo nel Sud della Campania, al confine con la Basilicata, in quella zona meglio conosciuta come Lucania.
Una conca pianeggiante puntellata da una quindicina di Comuni tutti in provincia di Salerno.

Arrivare è facile con il treno ad alta velocità. Poi bisogna noleggiare un’auto per muoversi. Un tempo era attraversata da una linea ferroviaria chiusa alla fine degli Anni ’80, la Sicignano degli Alburni-Lagonegro. Potrebbe essere una delle prossime ad essere rimessa a nuovo per farci correre uno di quei bei treni storici, magari con la locomotiva a vapore, che la Fondazione FS sta ripristinando in questi anni.

Del resto, il Vallo di Diano offre molte attrattive al turista curioso che desidera addentrarsi in una zona d’Italia poco esplorata. Non per niente l’Unesco l’ha iscritto nella lista dei patrimoni dell’Umanità. Il Vallo e uno dei suoi borghi, Teggiano, che si staglia sulla valle da un’altura isolata da cui si domina tutto. Il borgo di origine medievale è dominato dal Castello Macchiaroli ed è circondato da mura e torri a cui si accede attraverso le antiche porte. Tante le chiese edificate in diversi periodi, gli edifici nobiliari e i musei. Per questo il suo appellativo è ‘città-museo’.

Il borgo di Padula, invece, è famoso per la certosa di San Lorenzo, la più grande d’Italia. Un edificio gigantesco, con tre chiostri, un giardino interno e una chiesa anch’esso Patrimonio Unesco. Una sorta di cattedrale nel deserto che pochi, al di fuori della zona, conoscono.

Deliziosi sono anche i piccoli villaggi di Polla, con il convento di Sant’Antonio, di Sant’Arsenio, con la sua bella piazza, di Atena Lucana, con i palazzi antichi e i tanti edifici religiosi, e persino il micro villaggio di Salvitelle, con i suoi 500 abitanti.

Ma il Vallo è anche la zona che ospita le celebri Grotte di Pertosa, un complesso di cavità carsiche che attira ogni anno numerosi turisti per la sua spettacolarità. Il primo tratto delle grotte si visita a bordo di una particolare barca trainata da un cavo d’acciaio, che serve a raggiungere il resto del percorso pedonale. Nell’enorme caverna chiamata Teatro per anni è stato rappresentato “L’Inferno di Dante nelle Grotte”: i visitatori venivano divisi in piccoli gruppi guidati da un Dante che li accompagnava tra i dieci gironi dove si incontravano altrettanti personaggi danteschi. Si possono visitare solo da febbraio a dicembre.

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