In vacanza a Castiadas, avvolti dai profumi di mirto e rosmarino

Cosa fare a Castiadas, sulla costa sudorientale della Sardegna: percorsi tra una natura incontaminata, bellissime spiagge e boschi fitti di ginepri secolari

Il mare a pochi passi e un territorio suggestivo e tutto da esplorare: è quanto promette Castiadas, a 40 chilometri da Cagliari, a circa 14 da Villasimius, nella regione storica del Sarrabus, nel sud della Sardegna. Il mare è a poca distanza, il ritmo di vita è piacevolmente lento e la natura appare sfolgorante e incontaminata. Il territorio di Castiadas è stato abitato certamente fino dall’età pre-nuragica, come dimostrano i complessi nuragici, i menhir, le domus de janas e le tombe dei giganti che si incontrano nella zona, spesso all’interno di terreni privati.

Castiadas è un comune sparso che comprende le borgate Camisa, L’Annunziata, Buddui, Castiadas centro, Olia Speciosa (sede del palazzo municipale), Sabadi, Monte Gruttas, Masone Pardu, Maloccu, Capucciu, Orteduso, Sitò, Masone Murtas, San Pietro, Cala Pira, Cala Sinzias e Santa Giusta. In questa guida scopriremo le attrazioni più interessanti per un viaggio alla scoperta di Castiadas e dintorni.

In località Praidis, visitate l’antica colonia penale, a cui si deve l’origine del moderno centro abitato di Castiadas. Era l’11 agosto 1875, un’imbarcazione raggiungeva il litorale, allora disabitato, di Cala Sinzias (cala “delle zanzare”), trasportando detenuti e guardie carcerarie. Guidato dal cavaliere Eugenio Cicognani, il gruppo avanzava con molta difficoltà nell’entroterra, vista la fitta vegetazione e l’inesistenza totale di sentieri. Il territorio doveva apparire selvaggio e incontaminato. Obiettivo di questa spedizione era quello di stabilire una prima dimora, bonificare e risanare il territorio disabitato da più di tre secoli.

La colonia penale, istituita nel 1877 e chiusa nel 1952, si presenta oggi austera ed imponente, solo in piccola parte recuperata e resa sede di un Museo del territorio che documenta la storia del carcere, aperto al pubblico nella stagione estiva. È strutturato su due piani: il piano terra con due corridoi, il primo piano con un corridoio e un terrazzo. Attraversate i vari ambienti della struttura, che presentano arredamenti della tradizione locale, vestiario, sculture e dipinti. Sono visitabili anche le celle di massima punizione. La parte museale più significativa è rappresentata dalle foto d’epoca e dal video dell’Istituto Luce sulla vita all’interno del carcere.

Di fronte all’edificio centrale dell’ex colonia penale visitate la piccola chiesa costruita alla fine del XIX secolo. È intitolata a Basilide di Alessandria, martire cristiano decapitato nel 202, patrono della polizia penitenziaria: ha un’unica navata e sopra il portone d’ingresso risalta una vetrata artistica che raffigura il santo con la croce simbolo della sua conversione al Cristo. La chiesa è al centro del parco omonimo e lambisce un’altra parte di parco, detto “della Villa” poiché lì sorge la villa del direttore delle carceri.

Intorno, ammirate le montagne con il verde cupo dei ginepri secolari acceso dai numerosi corbezzoli fioriti, animato dai profumi delle varie essenze locali come il mirto, il rosmarino. Spostatevi verso la punta, in località Minni Minni, la più elevata. Raggiungibile tramite visite guidate, in mountain bike e a piedi, vi permetterà di vedere l’intero territorio di Castiadas. La montagna di Castiadas rappresenta un territorio fruibile dal punto di vista turistico sia per l’escursionismo che per lo sport come l’arrampicata sulle rocce granitiche che si ergono maestose mostrando un panorama mozzafiato. Le numerose sorgenti e i vari ruscelli presenti in zona fanno da corollario ad un territorio pieno di sorprese e ricco di risorse.

Tornate poi verso il mare, dove si resta colpiti dai 13 chilometri di spiagge bianche e dalle acque verde, azzurro e trasparente. Vi suggeriamo di partire dalla bellissima Cala Pira, tra le più amate della Sardegna, lunga 400 metri, candida sabbia, con acque limpide, allo sbocco sul mare di una valle pianeggiante. Sul promontorio domina la costa la secentesca torre spagnola di Cala Pira, restaurata, massiccia guardia che spunta dal verde della vegetazione. In alternativa, andate subito alla spiaggia di Cala Sinzias, protetta alle spalle da una oramai sfoltita pineta, profumata dalla presenza del giglio bianco. L’arenile – sabbia compatta e dorata – si estende per ben 800 metri. Vi si affaccia un villaggio turistico e l’unico campeggio rimasto nella zona.

La spiaggia di Cala Marina è nota anche come spiaggia di San Pietro. Ancora una volta alle spalle è presente una fitta vegetazione e sulla sabbia sono incastonati suggestivi scogli che abbelliscono il litorale. La spiaggia di Sant’Elmo, lunga 200 metri, è protetta dal Monte Turno, vulcano oramai inattivo: splendida insenatura mossa da meravigliose rocce levigate dal tempo.

Se cercate una spiaggia più intima, vi suggeriamo quella di Su Cannisoni; lunga 400 metri, è la località meno nota forse per le difficoltà d’accesso. Si tratta di una caletta dotata di sabbia granulosa e candida, protetta da due spuntoni rocciosi e circondata alle spalle da una bassa vegetazione. La spiaggia più originale, invece, è quella di Santa Giusta, che corre per ben più di un chilometro: la sabbia è granulosa, arricchita dalla presenza di una bella scogliera levigata che incornicia il luogo. Custodisce il famosissimo “scoglio di Peppino” a forma di tartaruga. Uno scoglio piatto che domina le acque e, si racconta, fosse meta del vecchio pescatore Peppino.

Con tanta meraviglia, le occasioni per praticare snorkeling, surfing, kitesurfing e gli altri sport acquatici, proprio non mancano. Così come sono numerose le strutture le strutture locali per ospitare i turisti (hotel, agriturismi, villaggi, locande, b&b, ristoranti). E la proverbiale ospitalità della terra di Sardegna fa il resto. Tra gli appuntamenti dell’estate: la rassegna letteraria “Contendi Contus” (luglio e settembre), “Castiadas in festa” (agosto).