Sana’a, il miraggio eterno nell’altopiano yemenita

Seguiteci alla scoperta di Sana’a, la capitale dello Yemen che fece innamorare anche Pier Paolo Pasolini con la sua incredibile architettura.

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Redazione

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Sana’a, capitale della Repubblica Unita dello Yemen, è una metropoli di quasi 2.000.000 di abitanti, situata nell’area occidentale dello stato, al centro di un vasto altopiano e caratterizzata da un’architettura unica al mondo. Posta a un’altezza di 2.200 metri, Sana’a è una delle città più alte del mondo, oltre ad essere uno dei più grandi centri urbani della penisola araba e il principale polo culturale ed economico dello Yemen.

L’area di Sana’a è stata teatro di insediamenti umani per oltre 2.500 anni e, non appena l’Islam iniziò a diffondersi intorno all’VIII secolo d. C., ne divenne uno dei principali centri culturali e religiosi. La città conobbe, infatti, un periodo di grande fervore religioso e di benessere economico tra il VIII e il XI secolo, che portò all’edificazione di oltre seimila abitazioni, un centinaio di moschee e innumerevoli hammam ed edifici pubblici, caratterizzati dalla peculiare struttura “a piani” che hanno reso Sana’a celebre in tutto il mondo.

La città è organizzata in tre quartieri, separati tra loro da un sistema di mura interne: il quartiere turco, il quartiere arabo e il quartiere ebraico che testimoniano tutta l’incredibile complessità della storia di Sana’a. La capitale yemenita vanta il più grande suq della penisola arabica, chiamato Suq al-milh, caratterizzato da un’incredibile varietà di prodotti e dotato di un intricato sistema di viottoli nei quali perdersi e lasciarsi trasportare dalle sue mille suggestioni.

Il principale monumento della città è sicuramente Al-Jami al-Kabir bi-Sana’a, la grande moschea di Sana’a, costruita nell’VIII secolo dopo Cristo e centro religioso e culturale importantissimo, oltre ad essere stata uno dei primi avamposti nella diffusione dell’Islam tanto che la leggenda vorrebbe che sia stato proprio il profeta Maometto a volerne l’edificazione. Probabilmente costruita sulle vestigia di un edificio pre-islamico, la moschea si distingue per i due imponenti minareti che dominano la visuale di tutta la città. Durante un importante sessione di restauro avvenuta negli anni ’70 sono state rinvenute incisioni e manoscritti del Corano di grandissimo valore storico-religioso.

Vi consigliamo di percorrere una quindicina di chilometri in direzione nord dalla città di Sana’a per ammirare una vallata assai rigogliosa e verdeggiante (cosa inconsueta per l’arido territorio yemenita!), conosciuta con il nome di Wadi Dhahr, una delle aree di maggior interesse paesaggistico e culturale dello Yemen. Il nome della vallata rimanda alla presenza di un corso d’acqua (wadi) che nei mesi di marzo/aprile e di luglio/agosto si riempie delle ingenti piogge stagionali che contribuiscono a rendere ancora più lussureggianti i frutteti della zona.

Nella vallata di Wadi Dhahr, nel villaggio di Souk Al Wadi, svetta maestoso il Dar al-Hajar, un incredibile palazzo edificato sulla roccia e uno dei simbolo più conosciuti dello Yemen per via della sua ubicazione davvero singolare. Il Dar al-Hajar, anche conosciuto come “palazzo dell’Imam”, si sviluppa su sette piani e fu molto probabilmente realizzato in epoca pre-islamica per diventare poi residenza degli imam nel corso dei secoli. L’edificio ha subito numerosi rimaneggiamenti e ricostruzioni, l’ultima delle quali è avvenuta alla fine del XX secolo, quando, in seguito a un periodo di grave abbandono, è stato riadattato a museo.

Pier Paolo Pasolini decise di girare alcune scene del suo film Decameron proprio a Sana’a, nel 1970 e fu colpito a tal punto dall’incredibile bellezza della città che decise – contestualmente alla fine delle riprese del film – di iniziare a girare un documentario, intitolato Le mura di Sana’a, nel quale invitò l’UNESCO a prendersi carico dell’incredibile patrimonio artistico presente in città. Per fortuna il suo appello venne ascoltato e nel 1986, Sana’a è entrata finalmente a far parte dei Patrimoni dell’umanità.

Chiudiamo, purtroppo, con una nota dolente: a partire dal febbraio 2015, l’ambasciata italiana a Sana’a ha sospeso le proprie attività a causa del deteriorarsi delle condizioni di sicurezza interna dovuti alla tumultuosa situazione politica. La città è servita da un aeroporto (Sana’a International Airport), situato nel villaggio di al-Rahāba a dieci chilometri dalla città, ma negli ultimi anni molti voli turistici sono stati sospesi e la Farnesina sconsiglia assolutamente di visitare questo meraviglioso Paese.