Itinerario musicale a Capo Verde: le musiche dell’arcipelago

A Capo Verde per un viaggio musicale dove le mille influenze hanno creato un prezioso scrigno sonoro di cui la “diva a piedi nudi” è la gemma più splendente.

Una vacanza a Capo Verde non può prescindere da un percorso alla scoperta delle straordinarie e molteplici tradizioni musicali che, nei secoli, si sono fuse in un unicum prezioso e iridescente. Influenze che sono arrivate dall’Europa (dal Portogallo e non solo) e dall’Africa e si sono mescolate con gli slanci creativi degli autoctoni, in un crocevia di rotte, in mezzo all’Oceano Atlantico. In questa breve guida cercheremo di dare ai turisti amanti della musica alcune informazioni di base sulle località da visitare e sui festival da non perdere durante un viaggio a Capo Verde.

La musica, infatti, specchio dell’anima di un popolo, è tra le manifestazioni più ricche e universali della storia di Capo Verde. Sono molte le tracce delle culture che l’hanno influenzata, confluendo in un’originale tradizione musicale in cui incontri e separazioni, gioie e dolori, il mare e la terra, l’abbondanza e la carestia, la malinconia, la nostalgia, la festa e la solitudine, la vita e la morte diventano canti dolenti, accorati sospiri, melodie di speranza o di gioia incontrollata.

Il nostro tour musicale di Capo Verde inizia da Mindelo, città portuale del nord di São Vicente, visitando la casa natale di Cesária Évora (1941-2011), in avenida Ferreira Fortes. La Évora, la “diva a piedi nudi”, è stata la cantante di morna – genere musicale tipico di Capo Verde spesso paragonato al blues – più famosa al mondo, grazie anche al fascino sublime della sua voce malinconica, setosa e ricca di echi lontani.

Raggiungendo le isole Santiago, Santo Antão, São Nicolau o Brava si possono incontrare i contadini più anziani ancora in grado di intonare le cantigas da monda (canzoni della mondatura, come guarda-pardal, guarda-corvo e guarda galinha-mato). E, sempre a Brava, sopravvive la bombena: andate alla ricerca dei cori dei contadini, nati seguendo i ritmi e le cadenze del lavoro nei campi. A Santo Antão, invece, scoprite la variante delle toadas de aboio, cantate per esortare i buoi a una maggiore efficienza durante l’aratura del terreno.

Tornando a São Vicente, per il festival di Baía das Gatas  che si svolge ad agosto sulla spiaggia omonima, si possono sentire anche le cantigas maritimas, ritratto fedele della gente capoverdiana e del suo saldo attaccamento all’azzurro delle vastità oceaniche. O lasciarsi affascinare dalle cantigas de ninar, le ninne nanne cantate dai nonni che si prendono cura dei nipoti mentre i loro genitori sono al lavoro.

Le lenga-lengas, ma anche le litanie (che si rintracciano ad esempio a Porto Novo, sull’isola di Santo Antão), le preghiere religiose (a Santiago), le lodi e i vespri (a São Nicolau), sono derivate dalle cerimonie di culto cattolico, spostate in ambiente profano e vengono cantate in un latino corrotto dalle parlate locali. Ai turisti che si spingono nell’arcipelago di Capo Verde durante le vacanze invernali, tra la fine dell’anno e l’inizio di gennaio, potrebbe capitare di ascoltare le cantigas pastorali, provenienti dalle janeiras e dalle reizadas tradizionali del Portogallo, che si eseguono ancora in alcuni piccoli villaggi.

Se all’isola di Boa Vista si possono associare altri generi poco definiti, come il rill o il maxixe, non bisogna tralasciare le festas de romaria (feste di pellegrinaggio), influenzate dalle feste di santi popolari in Portogallo, ma che acquisiscono a Capo Verde (in particolare a Santo Antão, Fogo o Boa Vista, dalla primavera all’autunno) aspetti del tutto peculiari.

In queste feste capoverdiane, le melodie e ritmi evocati dai tamburi e dai battiti sul bordo di pestelli sono guidati da una donna anziana, la coladera, che conduce un coro femminile su una melodia struggente e monocorde, simile a un lamento, che evoca persone e scene della vita reale. Tra queste c’è il colà-Son-Jon che si danza alla luce dei falò nei principali centri dell’arcipelago in occasione della festa di San Giovanni a giugno, tradizione popolare di Capo Verde con origini che si perdono nelle umbigadas o chegancas, balli sette-ottocenteschi, proibiti in Portogallo perché considerati lascivi.

A Capo Verde le tracce musicali europee si ritrovano nel valzer, nella mazurka e nella contradança (la country dance di derivazione inglese), segni che qua e là si fondono con le tradizioni dell’arcipelago. Tra queste, un aspetto di rilievo è rappresentato dai canti per accompagnare chi lascia questo mondo e alleviare il dolore di chi resta: le veglie funebri sono animate dalle carpideiras (prefiche) che, nel silenzio reverenziale della folla, irrompono in melopee suggestive e indimenticabili.

E, ancora, sono da ricordare le molteplici contaminazioni pop, nate soprattutto in questi ultimi anni, che hanno portato gli stilemi della tradizione capoverdiana in tutto il mondo e nelle radio specializzate in world music. Infine, per gli appassionati del genere, c’è il Kriol Jazz Festival, appuntamento ormai consolidato che si tiene a Capo Verde, sull’isola di Santiago, in primavera (ad aprile) a cui prendono parte artisti di fama internazionale.