Le isole Comore, l’eden inesplorato

Alla scoperta delle isole Comore, un paradiso naturale con spiagge da favola, foreste di palme e vulcani

Foto di SiViaggia

SiViaggia

Redazione

Il magazine dedicato a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi cerca informazioni utili.

L’arcipelago delle isole Comore si trova nell’Oceano Indiano, tra il Mozambico e l’isola del Madagascar. Le isole principali sono quattro e, anche se spesso sono ancora chiamate con i nomi francesi, in seguito alla proclamazione d’indipendenza il governo delle Comore le ha ribattezzate con nomi swahili: Njazidja (Grande Comore), Mwali (Mohéli), Nzwani (Anjouan), e Mahoré (Mayotte).

Le isole Comore furono popolate solo nel VI secolo da popolazioni africane giunte dalle vicine coste. Nel IX secolo giunsero gli arabi shirazi che le invasero e sottomisero la popolazione creando diversi sultanati, tra questi il più importante ad Anjouan. All’inizio del XVI secolo le isole Comore furono raggiunte dagli europei. Portoghesi, francesi, olandesi e inglesi fecero di questo arcipelago una base per i loro commerci. Situate lungo le rotte commerciali di India, Golfo Persico e Sud Africa, le isole furono visitate da diverse popolazioni, non solo dai Malgasci che si insediarono a Mayotte, ma anche da pirati e contrabbandieri.

Nel XIX secolo la Francia sottomise i sultanati e prese il controllo delle isole Comore avviando un’economia di piantagione. Verso la fine del XX secolo fu avviato il processo per l’indipendenza che fu approvata il 6 luglio 1975: la ricorrenza viene ricordata ogni anno ed è festa nazionale. L’Unione delle Comore comprende oggi Grande Comore, Moheli e Anjouan, non ne fa parte l’isola di Mayotte che, seppur reclamata, ha rifiutato l’indipendenza dalla Francia.

La storia delle isole Comore fa sì che i comoriani siano oggi un’etnia arabo-africana mista. La maggioranza della popolazione è di cultura arabo-islamica, ma vi è anche una minoranza cattolica sull’isola di Mayotte. Le lingue più diffuse sono l’arabo e il comoriano, la lingua derivata dallo swahili, ma la maggior parte della popolazione comprende e parla anche il francese.

Il periodo migliore per visitare le isole Comore è durante la stagione secca, tra maggio e ottobre. Il clima tropicale presenta nel resto dell’anno una stagione umica e calda; da novembre ad aprile le temperature sono più elevate e, anche se le precipitazioni sono generalmente scarse, si possono manifestare dei cicloni.

L’isola più grande dell’arcipelago Comore è Njazidja, che è anche l’isola geologicamente più giovane. La città di Moroni è il capoluogo principale delle isole e ospita l’Aéroport International Moroni Prince Saïd Ibrahim che insieme al porto costituisce la porta d’ingresso del paese. Il centro della città è da visitare per cogliere nelle stradine il mix culturale che caratterizza le città delle isole Comore. Le case più antiche conservano le decorazioni tradizionali e il mercato offre non solo i prodotti locali ma un tuffo nell’atmosfera vivace e accogliente dell’isola. A sud di Moroni si trova l’antico capoluogo, Iconi.

L’arcipelago è di origine vulcanica e nell’isola Njazidja si trova il Karthala, un vulcano attivo alto più di 2.300 metri. Anche se l’isola è conosciuta per le sue rocce vulcaniche nere prodotte dalle numerose eruzioni, sono tuttavia presenti diverse spiagge di sabbia bianca, le più rinomate dell’isola si trovano vicino a Chomoni, a Chindini e a Maloudja. Il modo migliore per non perderne neanche una è prendere la strada principale che segue il perimetro dell’isola e lasciarsi tentare dai diversi piccoli golfi.

I panoramidi questa area delle isole Comore sono mozzafiato e le spiagge sembrano luoghi da cartolina, con le palme che crescono a ridosso delle bianchissime spiagge. Chi desidera intraprendere il trekking sulle pendici del vulcano deve proseguire verso l’interno. L’esperienza è decisamente affascinante ma richiede cautela e scarponcini comodi.

L’isola di Nzwani, o Anjouan, è famosa per la scogliera corallina che attira appassionati di snorkeling. La città principale è Mutsamudu, che oltre ad ospitare un grande porto, vanta un caratteristico centro storico. Proseguendo verso l’interno dell’isola si incontra la città di Tsembehou e successivamente la cascata di Tratringa. Il parco del Monte Ntringui include il lago Dzialandze e costituisce un luogo piacevole per escursioni alla scoperta della vegetazione e della fauna locale.

Proseguendo verso est si giunge alla costa orientale delle isole Comore dove si trova Bambao, un’antica città che mostra ancora gli edifici storici del sultanato. Da visitare anche la bellissima spiaggia di Moya, il luogo ideale dove rilassarsi prima di proseguire verso la prossima isola.

L’isola di Mwali, o Mohéli, è la più piccola delle isole Comore e il suo capoluogo è Fomboni. L’isola i cui rilievi non superano i 900 metri di altitudine è un vero e proprio paradiso ecologico. Nel comune di Nioumachoua si trova il parco marino di Mohéli che ha reso l’isola famosa in tutto il mondo. È possibile organizzare escursioni in barca o immersioni per scoprire l’incredibile fondale ricco di pesci colorati e di coralli Le spiagge dell’isola sono non solo il luogo del relax, ma soprattutto il territorio delle tartarughe verdi che vi depongono le uova.

L’isola di Mahorè, o Mayotte, è l’isola geologicamente più vecchia, non presenta particolari rilievi, ma nella regione centrale dell’isola i territori collinari coincidono con diverse Reserve Forestière.

Le isole Comore sono un territorio ricco di sorprese, l’origine vulcanica caratterizza le isole e le spiagge, la vegetazione e la fauna endemica la rendono un luogo unico al mondo, un vero e proprio paradiso naturale non ancora colonizzato dal turismo di massa.