Diario di Viaggio Evento: 3° puntata

Amore e guerra

Mi chiamo Michela, amo scrivere, vivo a Milano e l’estate scorsa ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita. Per questo voglio raccontare cos’è stato per me il Viaggio Evento con ScuolaZoo, anche se non è cosa semplice. Non so perché ho deciso di trascrivere ogni dettaglio su un diario per poi per farne un racconto… forse per fare in modo che ciò che ho vissuto non venga dimenticato ma, dopotutto, come potrei mai dimenticare?
Ecco la terza puntata. Maledetta lei..e il nervoso che mi ha fatto prendere! :)

Amore e guerra. Buona lettura!

Io e Beatrice stavamo facendo colazione nella camera che avevamo deciso di condividere insieme, quando finalmente Silvia si degnò di farsi vedere. “Michy, sono in paradiso!” esclamò, spalancando la porta. La sua espressione estasiata si rabbuiò di colpo, quando vide Bea dividere un cornetto al cioccolato con me. “Che ci fa lei nella mia stanza?”
“La tua stanza? Se davvero è la tua stanza, dove hai dormito stanotte?” ribattei io, sforzandomi di mantenere la calma.
Lei ebbe un tentennamento. “Hai visto anche tu quanto è carino Igor. Io penso… di essermi innamorata follemente!”
“Bene, sono felice per te”. Ma la mia voce era glaciale e senza gioia. “Comunque, come puoi ben capire, mi sono già sistemata in camera con Bea, quindi…” I miei occhi si erano trasformati in due fessure minacciose mentre guardavo la faccia stupita di quella che fino a pochi giorni prima era la mia migliore amica. “Che cosa ti aspettavi? Mi hai dimenticata del tutto per colpa di uno che conosci appena”, conclusi, con tono brusco.
“Che cosa pretendi? Non è che dobbiamo stare sempre insieme, 24 ore su 24. Siamo a Corfù con ScuolaZoo, non tra le mura di scuola”.
“Io non pretendo niente, ma non ho bisogno di un’amica che ha la cattiva abitudine di sparire e ricomparire quando le pare, ogni volta che si infatua di un ragazzo”.
Per questo stesso motivo c’erano già state alcune discussioni, in passato. Ma stavolta ero davvero arrabbiata.

Non litigammo nel senso vero del termine, ma eravamo molto irritate l’una verso l’altro.

Silvia era più alta di me, e decisamente più bella: i lineamenti del suo viso erano perennemente atteggiati in una smorfia a metà tra lo sprezzante e il seducente. Era abituata a ottenere sempre le attenzioni delle sue prede, ma questa volta aveva superato il limite.

Mi sentivo sola e un po’ tradita da un’amica, la mia migliore amica, ma Marathias Beach con il suo mare blu e la sua spiaggia dorata mi risollevò un po’ il morale. Nemmeno il tempo di fare la lucertola al sole e gli animatori di ScuolaZoo mi coinvolgevano nei giochi in spiaggia, a partire dal beach volley dove per tutta la durata delle partite pensai solo a come schiacciare in faccia a quella stronza di Silvia per fargliela pagare.

Nemmeno il tempo di finire il torneo di beach che subito ci aspettò la ginkana alcoolica, in pieno stile ScuolaZoo. Organizzati in due squadre, dove ovviamente feci di tutto per essere avversaria di Silvia, cominciammo a correre a zig zag..ma la cosa interessante fu vedere Silvia stessa prepararsi a partire, prendere una gran rincorsa per arrivare per prima allo shot di vodka sulla spiaggia e la sua faccia sbigottita una volta che udì le mie grida: “Guardatela…è una sfigata!”
“Ma proprio tu parl..” e cadde davanti a tutti coprendosi tutta la faccia di sabbia.

Forse avevo esagerato, ma fu proprio lei a farmela pagare durante il tiro alla fune, che ci dissero essere il più grande d’Europa per numero di persone. Proprio quando ero intenta a tirare la corda con tutta la forza che avevo in corpo e con gli occhi chiusi Silvia si staccò dalla sua fila e mi fece uno sgambetto a tradimento, determinando la sconfitta della mia squadra…e facendomi cadere addosso almeno una ventina di persone.

“Ma cosa diavolo fai?!” Ci guardammo negli occhi. Eravamo li, per terra entrambe, con la faccia, la bocca e le orecchie piene di sabbia che ci lanciavamo maledizioni a vicenda quando ad un tratto accorgendoci di quanto eravamo ridicole scoppiammo a ridere.
“Come possiamo essere nemiche?” “Come può un ragazzo farmi odiare la mia migliore amica?”
E finimmo la serata insieme, a guardare quel tramonto incantevole che solo Corfù sa regalare, sorseggiando il mojito più buono che abbia mai bevuto, forse fu proprio il ricongiungimento di un’amicizia a renderlo ancora più buono.

Il Wave a Sidari Beach fu perfetto. Perfetto come quel mojito, perfetto come l’aria calda che ci soffiava nei capelli e che ci rendeva più leggere, come il panorama immenso e fantastico che si ammirava dalla piscina dal Wave, come le sfumature di colore che il sole lasciava nel cielo e che non ci fecero più pensare a nulla, ma vivere tutto. Perfetto anche come quel barman dal profilo greco e pieno di tattoo, l’autore del mojito, che mi fece l’occhiolino. Perfetto come l’esperienza che stavamo vivendo con ScuolaZoo.
Non badai alla cosa, e nemmeno lei, perchè la musica era partita proprio in quel momento, e con l’aria di chi non ha assolutamente nessuna preoccupazione in testa, di chi sa che la scuola è solo un lontano ricordo, e con lo sguardo completamente inebetito ci dirigemmo in mezzo alla folla per scatenarci a ritmo di musica.

C’erano proprio tutti. Tutti tutti no, in effetti. Non vidi Leo, ma meglio così. Ma nemmeno Beatrice.
Dopo qualche paio di canzoni passate a ballare comesenoncifosseundomani, io e Silvia ci guardammo negli occhi e solo una domanda ci frullò nella testa: “ma dov’è finita Bea…?”