Destinazione Venaria Reale, la residenza di caccia del re d’Italia

Cosa fare a Venaria Reale: un viaggio sorprendente sulle tracce dei Savoia, dagli splendidi spazi della residenza reale all'oasi verde del Parco naturale La Mandria.

La Reggia di Venaria Reale, commissionata dal duca Carlo Emanuele II di Savoia agli architetti di corte Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove, fu fatta edificare a partire dal 1658. Il duca voleva una residenza per le battute di caccia nella brughiera torinese. I lavori si protrassero almeno fino al 1675 quando il borgo di Venaria e il regale palazzo erano già in buona parte completati: quantomeno, era finita la reggia di Diana, cuore della struttura. Lo sviluppo dell’edificio, in realtà, non si interruppe. Vari episodi ne hanno segnato le sorti e le destinazioni: assedi di truppe ostili (i francesi nel 1706, per esempio), Filippo Juvarra che subentra nella direzione del progetto e dei lavori, la dominazione napoleonica, la trasformazione in caserma, centro nevralgico della cavalleria sabauda, scuola militare di equitazione, il progressivo degrado fino al 1978.

Fu nel 1978 che la struttura passò alla Soprintendenza e nel 1998 iniziò l’imponente opera di restauro con lo sblocco di fondi nazionali ed europei. La Reggia di Venaria Reale è stata riaperta il 12 ottobre 2007; periodicamente, da allora, sono recuperati e riaperti nuovi spazi: è la più grande opera di conservazione di un bene culturale mai realizzata in Europa. 100 mila metri quadrati della superficie dell’intero complesso sono stati restaurati, 9500 metri quadrati di stucchi recuperati, mille di affreschi riportati alla luce. Gli ettari di giardini della Reggia di Venaria Reale già visitabili sono 50, 200 mila le nuove piantumazioni, 11 i milioni di litri d’acqua nella peschiera, 4500 i metri quadrati delle Scuderie Juvarriane.

L’itinerario di visita della Reggia di Venaria Reale parte, ovviamente dalle biglietterie, dove potrete trovare indicazioni sui percorsi alla scoperta di questo edificio monumentale che vanta alcune delle più sublimi espressioni del barocco piemontese. Attraverserete quindi la Sala di Diana progettata da Amedeo di Castellamonte, la Galleria Grande e la Cappella di Sant’Uberto, con l’immenso complesso delle Scuderie Juvarriane, opere settecentesche di Filippo Juvarra, le fastose decorazioni, la spettacolare Fontana del Cervo nella Corte d’onore, punte sfavillanti del “Teatro di storia e magnificenza”. Non perdete il percorso espositivo dedicato ai Savoia, che accompagna il visitatore lungo quasi duemila metri, tra piano interrato e piano nobile della Reggia. E informatevi sulle mostre temporanee, sempre molto interessanti.

Recatevi poi ai Giardini della Reggia di Venaria Reale. Il recupero di questo gioiello verde a ridosso della residenza reale è stato qualcosa di prodigioso. Intorno agli anni 2000, i giardini erano in una condizione tale da non consentire neanche più la possibilità di percepire i frammenti della conformazione originale sei-settecentesca. Oggi sono un elegante, virtuoso e fascinoso dialogo tra antico e moderno. Andate alla ricerca dell’Hercole Colosso, che dialoga con opere di artisti contemporanei come Giuseppe Penone e Giovanni Anselmo; apprezzate, sullo sfondo, le prospettive e l’ampiezza del panorama naturale animato dai boschi del Parco La Mandria e dalla catena montuosa delle Alpi. Inaugurati nel 2007, i “giovani” giardini della Reggia di Venaria Reale stanno entrando in una fase di assestamento in cui è ancora più evidente e mirabile la loro evoluzione verso una fase più matura.

Conclusa la visita del complesso della Reggia, spostatevi verso il Parco La Mandria. Situato tra i torrenti Stura di Lanzo e Ceronda, a nord-ovest di Torino e Venaria Reale, è stato istituito nel 1978 dalla Regione Piemonte per salvaguardare i più di tremila ettari di territorio che Vittorio Emanuele II di Savoia, primo re d’Italia, aveva racchiuso con un muro di cinta, a metà XIX secolo. Lungo più di 35 chilometri, il muro di cinta era pensato per proteggere gli edifici storici presenti in quella che per il sovrano era una vera e propria riserva di caccia. Nel Parco oggi vivono liberamente e allo stato semibrado diverse specie di animali selvatici e domestici. È, inoltre, il più significativo esempio di foresta planiziale ancora presente nella regione.

La Mandria è anche sede di un’altra delle residenze sabaude, gli Appartamenti Reali di Borgo Castello – quelli abitati da Rosa Vercellana, la Bela Rosin, prima amante, poi moglie morganatica di Vittorio Emanuele II – e comprende un considerevole patrimonio storico-architettonico costituito da una ventina di edifici tutelati, tra cui le antiche cascine un tempo abitate dai mezzadri di sua maestà, i resti di un ricetto medievale, due reposoir di caccia chiamati la Bizzarria e la Villa dei Laghi e la Cascina Rubbianetta. Se avete in mente un weekend romantico o un soggiorno in famiglia all’insegna della natura, non dimenticate che all’interno del parco di Venaria Reale è possibile soggiornare nella foresteria “La Dimora de La Mandria” che si trova nella Cascina Rubbianetta, cooperativa agricola e centro del cavallo.

Vasta oasi naturale, il Parco La Mandria è luogo e occasione unica dove è possibile vivere esperienze rare, inedite, sorprendenti: sulle tracce dei suoi luoghi di “silenzio”, degli “odori naturali” o “immersi” nel buio del bosco, dalle passeggiate e trekking per i sentieri o percorrendo gli stessi in bicicletta o a cavallo, dalla scoperta della flora e fauna selvatica, alle escursioni guidate per le brughiere di Venaria Reale alla ricerca della vegetazione del sottobosco o sui giacimenti secolari dei resti fossili, all’opportunità stessa, più in generale, di cogliere e immergersi nel ritmo lento del divenire naturale.