Cosa vedere a Elafonissos: la città sommersa di Pavlopetri

Visitare l’isola di Elafonissos tra leggende, mitologia e siti archeologici, con tappa alla città sommersa patrimonio culturale subacqueo Unesco di Pavlopetri.

Elafonissos è una piccola isola greca tra il Peloponneso e Kythina al largo della costa di Cape Malea e Vatika. L’isola ha una superficie di circa 20 chilometri quadrati e la bellezza delle sue spiagge di sabbia bianca sono un richiamo per le migliaia di turisti che scelgono di visitarla e di godere del mare che assume colorazioni intense dai toni blu-verdi che incantano e invogliano alla balneazione.

Ma Elafonissos non è soltanto questo: per gli appassionati di storia, di mitologia e di leggende avventurose, quest’isola è ricca di luoghi da esplorare e da scoprire. Elafonissos – o Elafonisos oppure ancora Elafonissi – significa “Isola dei Cervi”: il nome sembra derivare dal fatto che qui un tempo la caccia ai cervi, in particolare quelli rossi, fosse molto praticata. La presenza di molti santuari nella regione dedicati alla dea della caccia Diana avvalorerebbero quest’attività come una fra quelle principali del luogo.

Iniziate il vostro tour dell’isola dalla pittoresca cappella di Agios Spiridona, a breve distanza dal porto di Elafonissos. Costruita nel 1858, è stata edificata in pietra di Malta; al suo interno potrete ammirare particolari e apprezzabili icone. Lasciandovi alle spalle la cappella entrerete nella zona di Vaporaky che significa “piccola barca”; la località prende il nome dalla roccia che, grazie alla continua erosione della superficie da parte del vento e del sale marino, ha assunto la forma di una barca. Secondo una leggenda non sarebbe l’erosione naturale ad aver composto questa roccia, ma si tratterebbe bensì di una nave pirata vera e propria pietrificata quando l’equipaggio tentò di attaccare la cappella di Agios Spiridona.

Continuando verso la zona meridionale di Elafonissos vi troverete in un’area chiamata Agnàntio: in quel punto scorgerete un’altura rocciosa piena di grotte e caverne chiamata Karokofolià (che tradotto significa “nido di corvi”) data la notevole presenza di questi volatili. Inoltre, la leggenda racconta che in queste cavità i pirati nascondessero i bottini dei loro saccheggi, chissà se ne hanno dimenticato qualcuno… Altre credenze adducono all’eco naturale che si sente in questa regione, la presenza di fate che un tempo si divertivano a infastidire i passanti.

Se questi racconti hanno suscitato la vostra curiosità e siete pronti a qualcosa di estremamente interessante soprattutto per quanto concerne la storia dell’isola di Elafonissos, allora è il momento di raggiungere Pavlopetri.

Pavlopetri è un’antica città sott’acqua al largo della costa della Laconia meridionale, tra la penisola del Peloponneso e l’isoletta di Elafonissos. Il nome Pavlopetri “di Paolo e Pietro” oppure “la pietra di Paolo” è il nome più recente della città che fu fondata attorno al 3000 a.C. Si ritiene che l’area sia stata sommersa a causa del primo dei tre terremoti che colpirono la regione intorno al 1000 a C. La sua scoperta nel 1967 si deve a Nicholas Flemming il quale durante la ricerca di prove sui cambiamenti del mare nella zona, casualmente dette testimonianza di questo tesoro sommerso.

Non è possibile avvicinarsi con le attrezzature da immersione, ma sicuramente gli abitanti di Elafonissos sapranno raccontarvi la meraviglia che si trova a breve distanza dalla loro isola. Inizialmente, datata al periodo miceneo, la città si rivelò agli occhi degli esperti un insediamento antecedente, risalente forse al 2800 a.C. In seguito al terremoto la superficie non riemerse più nella sua interessa e questo la preservò da altre edificazioni o da eventuali danneggiamenti. Pavlopetri è stata mappata digitalmente in tre dimensioni: della città si conservano ben 15 edifici che si trovano a circa 3-4 metri di profondità, le cui pareti furono realizzate in una roccia chiamata aeolianite.

Sebbene nei secoli sia stata soggetta all’erosione dell’acqua, la topografia cittadina di Pavlopetri – che è patrimonio culturale subacqueo Unesco – è rimasta tale, incluse strade, tombe ed edifici, ben più sgradevole il fatto che questo sito sia costantemente minacciato dalle ancore delle imbarcazioni che si incagliano fra le rocce del fondale degradandone il suolo, e dai turisti che tentano di portare via un qualsiasi souvenir del luogo sommerso. Niente diving, dunque, presso la città sommersa ma potrete comunque fare snorkeling nelle vicinanze, mentre per le attività di vela e le gite in barca, tenetevi alla larga!