La traversata degli Appennini a piedi: 62 tappe e 2000 km in 33 giorni

Dalla Liguria alla Sicilia, un progetto finanziato dal Club alpino italiano che ha visto il reporter Gian Luca Gasca percorrere la dorsale appenninica

Un viaggio di 2.000 chilometri percorsi a piedi – e con i mezzi pubblici, dove necessario – in 33 giorni facendo 62 tappe. Motivo? Capire cosa fosse realmente l’Appennino, quali storie nascondesse e per promuovere il turismo lento, attento alla cultura e alle usanze dei luoghi e rispettoso dell’ambiente.

Sono queste le caratteristiche del progetto finanziato dal Cai (Club alpino italiano) di Gian Luca Gasca, viaggiatore, scrittore e appassionato ricercatore della storia e della cultura di montagna che, lo scorso autunno è partito dalla Bocchetta di Altare, un importante valico in provincia di Savona che, convenzionalmente, divide le Alpi dagli Appennini, segnalata da una stele, per arrivare fino a Cefalù (Palermo).

Il viaggio ha quindi interessato l’intero territorio appenninico, partendo dalla Liguria per terminare in Sicilia.

Gian Luca ha attraversato un territorio estremamente variegato, scoprendo quanto di meglio il nostro Paese possa offrire, proponendo una modalità di viaggio e di scoperta intelligente e sostenibile.

È passato da Bobbio, una cittadina di origine Romana in provincia di Piacenza, in Emilia-Romagna, dove si trova il primo tratto della Via degli Abati, meglio conosciuta come Via Francigena di montagna, un cammino che un tempo conduceva i pellegrini fino a Roma.

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Ha toccato luoghi incantati come la Rocca Calascio, in Abruzzo, in provincia dell’Aquila, all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che si trova a un’altitudine di 1.460 metri e da cui si può ammirare un panorama mozzafiato.

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Paesaggi desolati come Campo Imperatore, un vasto altopiano di origine glaciale situato a circa 1.800 metri di quota in provincia dell’Aquila.

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Si è addentrato nelle viscere della terra all’interno della grotta di Re Tiberio, nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, un parco naturale di oltre 6mila ettari situato nell’entroterra romagnolo tra Imola e Faenza, in Emilia Romagna.

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Ha poi visitato Norcia e Camerino prima della devastazione del terremoto che ha colpito questa zona del Centro Italia alla fine di ottobre e ha toccato Amatrice e conosciuto i suoi abitanti, a due mesi dal sisma del 24 agosto.

“Ci troviamo di fronte a montagne bellissime che meritano di essere scoperte ogni giorno”, ha commentato il reporter al ritorno dal lungo viaggio.