Ortucchio, il borgo sorto sul lago prosciugato

Prima che il lago del Fucino si prosciugasse, Ortucchio era un’isola

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Prima che il lago del Fucino si prosciugasse, Ortucchio era un’isola ed era chiamata Ortygia. Oggi Ortucchio è un borgo che conta meno di 2mila abitanti in provincia dell’Aquila, nella zona della Marsica abruzzese.

A questo borgo, al suo nome e alla sua storia, sono legate diverse leggende e alcune storie molto interessanti. Così curiose da aver spinto Roberto Giacobbo a girarci una puntata del programma televisivo “Freedom-Oltre il confine”.
Innanzitutto bisogna sapere che fu il filologo Pietro Marso a paragonarla all’isola di Ortygia, nel mare di Siracusa, da cui acquisì il toponimo medievale “perpendicolare all’acqua”. Tuttavia un’altra ipotesi farebbe derivare il nome da una variazione linguistica del termine latino “Hortus”, da cui “orto” o “giardino” o da “Ortus acquarum” ovvero “origine dalle acque”. Entrambe credibili.

Il lago iniziò a essere prosciugato già ai tempi dei Romani. Furono così fatti costruire dall’imperatore Claudio, tra il 41 e il 52 d.C., i Cunicoli di Claudio, un’opera mastodontica, costituita da un lungo canale sotterraneo che comprende sei cunicoli e 32 pozzi. Lo scopo era quello di prosciugare gran parte del lago al fine di salvaguardare i paesi marsicani dalle inondazioni e rendere i terreni emersi coltivabili. Dal versante di Avezzano le acque del bacino defluirono nel fiume Liri. Il canale sotterraneo rappresenta la più lunga galleria realizzata dai tempi antichi fino all’inaugurazione del traforo del Frejus del 1871.

Con la caduta dell’Impero Romano, però, e in assenza di manutenzione, la galleria si ostruì facendo ritornare lo specchio d’acqua ai livelli originari. Diversi secoli dopo, a cominciare dal 1854, Alessandro Torlonia realizzò il nuovo canale lungo oltre 6 km, ricalcando in buona parte i Cunicoli di Claudio. La nuova opera idraulica, dotata del monumentale Incile del Fucino, permise il totale prosciugamento del lago che avvenne ufficialmente nel 1878. I cunicoli sono stati inclusi tra i monumenti nazionali italiani e tutta l’area fa parte di un parco inaugurato nel 1977.

Ma non è finita qui. A partire dalla metà del 1400, diversi storici iniziarono a sostenere la tesi che l’antica e mitica città di Archippe, che secondo la leggenda era stata inghiottita dalle acque del lago Fucino, fosse situata tra Ortucchio e Trasacco, nella contemporanea località di Arciprete.

Altra curiosità è il castello che si trova a Ortucchio, il Castello Piccolomini. Si tratta di una struttura fortificata di origine medievale, rara per il tipo di architettura, dato che in parte confina proprio con il lago prosciugato. Il maniero venne ultimato nel 1448 per volere di Antonio Piccolomini. Dalle parti più alte della struttura, accessibili al pubblico, si può ammirare tutta la piana del Fucino e il sottostante laghetto naturale con il parco annesso.

Alle porte del paese ci sono anche delle interessantissime grotte. Le grotte Maritza, Ortucchio (o dei porci), La Penna, La Cava e La Punta testimoniano come, sin dal Paleolitico superiore, le popolazioni provenienti dalla costa abruzzese avessero scelto di vivere in questa zona, grazie alle favorevoli condizioni ambientali e climatiche del territorio circostante il lago Fucino. Le grotte furono scoperte intorno agli Anni ’50 del secolo scorso e gli studi condotti hanno dimostrato come tra i 23.000 e i 12.000 anni fa i livelli delle acque del Fucino fossero più bassi tanto da rendere praticabili i bordi lacustri e le sue cavità naturali. Studi e ricerche compiuti nei sedimenti dell’ex lago e i rinvenimenti nelle grotte testimoniano come i cambiamenti climatici e ambientali, determinati anche dai mutamenti dei livelli lacustri, abbiano cambiato anche le abitudini e i comportamenti umani.

E dire che il lago del Fucino era talmente vasto da essere il terzo più grande d’Italia. Ora ne è rimasto solo un piccolo residuo, intorno al quale è stato creato il parco cittadino, con una pista ciclabile, piscine riscaldate, giochi per i bambini.