Ritrovata Canae, l’isola perduta della Turchia

Alcuni studiosi tedeschi hanno scoperto che una penisola del Mar Egeo è in realtà un'isola che si credeva fosse scomparsa da secoli

Alcuni ricercatori, archeologi e geofisici tedeschi hanno ritrovato un’isola perduta nel bel mezzo del Mare Egeo. Si tratta dell’isola di Canae (in turco, Kane), nella provincia di Smirne, in Turchia.

Oggi è una penisola ma un tempo era un’isola separata dalla terraferma. Motivo per cui, per secoli, si è pensato che non esistesse più o che fosse solamente frutto della fantasia di qualche antico scritto.

Spesso citata negli antichi manoscritti, da Erodoto a Plinio, in quanto proprio su questo lembo di terra si è svolta la battaglia delle Arginuse, combattuta tra gli spartani e gli ateniesi nel 406 a. C., una delle ultime della Guerra del Peloponneso che durò circa trent’anni e fu vinta dagli ateniesi.

Si ipotizzava da tempo che le isole Arginuse si trovassero al largo della costa turca e che coincidessero con le isole che oggi si chiamano Garip: diverse fonti storiche parlavano di tre isole e l’esatta posizione della terza non si conosceva. Finora.

A mettere la pulce nell’orecchio degli archeologi è stato lo storico romano Tito Livio che, nelle sue opere, ha spesso citato Canae.

Gli studiosi hanno scoperto che tra l’estremità dell’isola e la terraferma un tempo esisteva uno stretto braccio di mare che le alluvioni, e forse un terremoto, hanno riempito di detriti, fino a trasformarlo in un istmo.
Esaminando i campioni geologici estratti ora si cercherà di stabilire l’età della stratificazione attraverso la datazione al radiocarbonio.

Gli archeologi hanno trovato anche i resti sommersi di un antico porto di epoca ellenistica (323 a.C. – 31 a.C.) e questa sarebbe un’ulteriore prova dei trascorsi da isola dell’attuale penisola.

Canae era una cittadina portuale che si trovava in una posizione strategica lungo un’importante rotta commerciale marittima che andava dal Mare Nero lungo la costa meridionale della Turchia. Nel porto le navi potevano ripararsi dalle tempeste. Ricerche precedenti avevano portato alla scoperta di alcune ceramiche e di microrganismi originari dal Mar Nero, che testimoniano l’importanza di queste rotte commerciali.