Il 2017 sarà l’anno dei voli intercontinentali low cost

Si volerà dall'Europa al Nord America e all'Asia a tariffe superscontate. Ecco le compagnie no frills

Ci sta provando Ryanair a vendere biglietti aerei dall’Europa-a New York a 10 euro. Lo ha annunciato anche la Norwegian Air, che si è posta l’obiettivo entro il 2017 di riuscire a offrire tariffe aeree da 60 euro sui voli che collegano l’Europa agli Stati Uniti. Le due compagnie non sembrano essere le uniche a lavorare in questa direzione.

Il 2017 sarà l’anno della svolta storica. L’anno dei voli intercontinentali low cost. Non soltanto verso gli Stati Uniti e il vicino Medioriente, ma anche sulle rotte verso l’estremo Oriente e, perché no, verso l’Oceania.

Tra le compagnie da tenere d’occhio c’è la Scoot, la low cost della Singapore Airlines, che ha già annunciato di volere operare voli da Singapore all’Europa a prezzi bassissimi entro la fine del prossimo anno. Secondo alcune indiscrezioni raccolte dal Corriere della Sera, sono più di una le compagnie asiatiche che hanno chiesto il permesso all’aviazione di coprire nuove rotte tra l’Asia e il vecchio Continente.

Già a ottobre dovrebbero decollare i primi voli della AirAsia X – la low cost della AirAsia – da Kuala Lumpur a Mauritius e, da novembre, Flydubai, vettore no frills degli Emirati Arabi Uniti, collegherà Dubai a Bangkok a prezzi ancora più convenienti della Emirates.

A oggi sono 11 i vettori low cost che operano tratte con un distanza di almeno 7.000 chilometri (il valore minimo perché un volo sia considerato a lungo raggio). La distanza maggiore è quella operata da Eurowings (del gruppo Lufthansa), che vola da Colonia a Phuket (9.386 km). Seguono Copenhagen-Los Angeles (9.024 km) della Norwegian Air. Le altre rotte sono coperte da vettori extra-europei, come le Jetstar Airways, Air Canada Rouge, Lion Air, Azul, Cebu Pacific, WestJet, Jin Air.

Dal 2017 la Scoot potrebbe volare da e verso Atene, Barcellona, Madrid, Istanbul, Manchester e anche Roma.

I voli intercontinentali low cost saranno possibili grazie a un numero sempre maggiore di passeggeri (3,8 miliardi nel 2016, secondo le stime della Iata), ad aerei più efficienti (come i Boeing 787 e gli Airbus A350) e al costo del cherosene ai valori minimi da anni. Molto probabilmente, però, le compagnie low cost faranno pagare come extra qualsiasi altro sevizio, dal cibo a bordo al bagaglio all’intrattenimento.